Diverse sono le motivazioni che ci hanno spinto ad iniziare un lavoro nelle Scuole, non ultima la considerazione che il ‘multiculturalismo’, che sempre più caratterizza la società contemporanea, non può essere considerato soltanto un’emergenza da affrontare in termini di lotta al razzismo xenofobo o di promozione di iniziative di integrazione e di comportamenti di tolleranza umanitaria, riteniamo invece che debba divenire anche opportunità di apertura e arricchimento culturale e sociale.
La presenza di figli e di figlie di immigrati/e, sempre più numerosa, anche nelle realtà scolastiche, spinge alla promozione di iniziative interculturali che intendono sia orientare nella direzione del rispetto delle differenze e della diversità sia abituare al confronto tra condizioni e punti di vista diversi, nel pieno rispetto della specificità di ognuno/a.
Da qui la necessità di potenziare nelle Scuole l’ed. interculturale come elemento formativo importante, per evitare di intervenire solo sporadicamente rincorrendo la cronaca, l’atto di razzismo e di violenza contro i diversi, lo scoppio di conflitti ecc., in mancanza di un’ottica generale di ampio respiro.
Il progetto del CDL si basa quindi sul presupposto teorico che considera l’ed. interculturale un metodo che avvia all’interpretazione della realtà in un’ottica multiculturale e che si intreccia con il normale lavoro scolastico, non sovrapponendosi artificiosamente ai curricoli ordinari.
Abbiamo quindi proposto per l’anno scolastico in corso:
- un laboratorio teatrale di ed. interculturale per la scuola media inferiore
(Scuola Media Statale “I.Calvino“ di Montecarlo – LU)
-un laboratorio di Letture da altre culture: scrittrici nordafricane (Istituto di Istruzione Superiore “N. Machiavelli” – “L. Paladini” – Lucca)
Il progetto si è realizzato con gli interventi dell’Associazione And/or per il laboratorio teatrale, della dott.ssa Santina Mobiglia per il laboratorio didattico di letteratura e della dott.ssa Elisabetta Bartuli per la conferenza pubblica.
Hanno collaborato anche.
- Insegnanti della Scuola Media Statale "I.Calvino" di Montecarlo - LU
- Comune di Montecarlo -LU
- Insegnanti del Liceo Pedagogico e delle Scienze Sociali “L.Paladini” - LU
I risultati raggiunti sono stati positivi e incoraggianti e saranno resi visibili nella giornata dell’8 marzo all’interno di un’iniziativa pubblica che vedrà la partecipazione delle esperte, delle studentesse e delle insegnanti nell’incontro-conferenza:
”Multiculturalità e nuove generazioni”- Voci e testimonianze di donne: le scrittrici nordafricane.
Il progetto, su esplicita richiesta delle Scuole interessate, si ripeterà anche nel prossimo anno scolastico, coinvolgendo anche il Liceo scientifico “A. Vallisneri” di Lucca.
Da “la Repubblica delle Donne” del 2003/1/18
Attualità > SCIENZA Malefemmina Le donne sentono di più il dolore. Però la loro sofferenza viene tenuta in minor conto di quella degli uomini. Così, anche i farmaci analgesici sono a misura di maschio di Daniela Condorelli
Il dolore è donna. Soffriamo di più. Siamo più colpite da malattie che fanno male (la sola emicrania affligge una femmina su cinque, contro un maschio su 17). E quel che è peggio, la nostra sofferenza è sottovalutata, sottostimata, sottotrattata. Insomma, patiamo di più e ci aiutano meno. Le ricerche più recenti hanno dimostrato che i due sessi hanno una diversa percezione del dolore, anche se servono ancora conferme. Secondo Karen Berkley, docente di Neuroscienze alla State University di Tallahassee, in Florida, le donne soffrono più spesso e in più parti del corpo. "Circa la metà degli studi in materia mostrano che il sesso femminile ha una soglia del dolore più bassa", ha affermato Berkley, chiamata a parlare del tema nel primo, grande appuntamento su Gender and Pain organizzato dal National Institute of Health americano. Il male non è solo un segnale che dalla periferia raggiunge il cervello: è il frutto di una complessa interazione tra assetto genetico, stato di salute, stato emozionale, situazione contingente, incontri passati con la sofferenza, credenze personali sull'argomento. Sono moltissimi i fattori che influenzano il modo di soffrire: l'età, la razza, il credo religioso, i livelli culturali ed economici, il vissuto e lo stato emotivo di quel momento. E, non ultimo, il fatto di essere uomo o donna.
Femminismo Curdo
Speciale Jin Jiyan Azadì